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Immobili: la rivalutazione dagli anni '90
del 01 luglio 2015

Il mercato immobiliare è stato il settore che negli ultimi anni ha risentito maggiormente della crisi economica. Nonostante questo, la casa e gli immobili in generale restano gli investimenti preferiti dai risparmiatori, sempre più attenti ai fattori rendimento e rivalutazione del capitale, motivi che hanno portato ad acquistare nelle grandi città alla fine degli anni novanta.

Un’indagine dell’Ufficio studi di Tecnocasa ha stabilito che in Italia gli immobili si sono rivalutati mediamente del 42,2% dal 1998 a oggi.

La ricerca stila una classifica delle città in cui il valore degli immobili è cresciuto maggiormente: in cima alla graduatoria abbiamo la provincia di Napoli con l’84,8%, seguita da Roma con il 79,8% e Milanocon il 63,4%. Il capoluogo partenopeo è quello in cui fino al secondo semestre 2006 sono state rilevate percentuali record: +203%, quando i picchi di rivalutazione registrati sono stati del 113,1% al Sud, dell’83,5% al Centro e del 63% al Nord.

Diverso il discorso nei capoluoghi più piccoli e nell’hinterland delle grandi città, che hanno visto una crescita rispettivamente del 15,7% e del 25,5%, circa la metà di quanto constatato a livello nazionale. La ragione delle percentuali più basse è da attribuire al proliferare delle nuove costruzioni, più difficili da realizzare nei grandi centri: questo boom immobiliare, che si è avuto tra la fine degli anni '90 e gli inizi del 2000, ha contribuito a contenere i prezzi di mercato.

Dal 2007 a oggi la fase discendente del mercato immobiliare nazionale registra una diminuzione del 33,6%. I capoluoghi nel quale le case hanno perso maggiormente valore sono stati Bologna(-43,6%) e Bari (-40%): gli immobili che hanno ceduto meno sono quelli locati a Milano (-24,6%) e Firenze (-28,3%).

Sempre nello stesso periodo, la perdita di valore nelle diverse macro aree è stata abbastan­za vicina: -33,6% per le grandi città, -35,5% per i capoluoghi di provincia e -35% per l’hinterland. La diminuzione dal secondo semestre del 2007 è stata più rilevante nelle aree del centro Italia e del Mezzogiorno, rispettivamente con -36,7% e -36,6%, seguite dal nord Italia con -34,2%.

Nell’ultimo anno il calo ha colpito anche le quotazioni del mercato non residenziale. I locali a uso commerciale hanno registrato una contrazione dei prezzi compresa tra il 3,6% e il 3,9%. Su questo segmento si registra una buona domanda da parte degli investitori, che puntano a rendimenti tra l’8 e il 10% a seconda del grado di rischio dell’investimento.

Più bassi i rendimenti sul mercato residenziale: nelle grandi città italiane si è attestato intorno al 4,2% nel primo semestre del 2014. I centri che hanno avuto un rendimento annuo più elevatosono Genova e Verona, con il 5,3%: a seguire troviamo Palermo (5%), Bari (4,4%), Bologna (4,1%), Milano (4%) e Firenze (3,9%).

 


In risalita il numero e l’importo dei mutui richiesti dai siciliani
del 22 maggio 2015

I primi tre mesi del 2015 all’analisi della Centrale rischi di intermediazione finanziaria che monitora la domanda di credito. Ad Agrigento i prestiti personali si aggirano intorno ai 12.239 €, rispetto agli 11 mila € della media

 

PALERMO - Le famiglie italiane sembrano aver recuperato, negli ultimi mesi, una certa fiducia nei confronti del mercato, vista l’impennata di prestiti richiesti nel I trimestre 2015. A rilevarlo è il Barometro Crif (Centrale rischi di intermediazione finanziari), che periodicamente monitora la domanda di credito da parte dei consumatori.

In particolare, nei primi tre mesi dell’anno in corso, a livello nazionale, si è registrato un aumento significativo sia dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (come ad esempio auto, arredo, elettrodomestici, ecc), che sono cresciuti dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia dei prestiti personali, che hanno registrato un incremento del 6,6%. Anche i mutui, infine, hanno registrato un aumento record, pari al 37,5%.

L’atteggiamento di prudenza delle famiglie italiane, però, si riscontra nell’importo medio richiesto, che risulta in calo rispetto al 2014. L’aggregato dei prestiti finalizzati e dei prestiti personali, infatti, si è attestato su una media di 7.724 euro, contro gli 8.039 del 2014. L’importo medio dei mutui si è invece fermato a 123.333 euro.

La Sicilia  è in tendenza con l’andamento nazionale, anche se gli incrementi qui registrati risultano essere più contenuti. I prestiti finalizzati, infatti, sono cresciuti del 5,9% (contro un dato nazionale pari a +8,9%). A livello territoriale, tutte le province hanno registrato variazioni positive, con Ragusa in testa, dove l’incremento è stato del 15,4%. Seguono Messina (+9,6%), Siracusa e Trapani (+6,1%). A Palermo e Catania, invece, l’aumento delle richieste è stato pari rispettivamente al 4,8% e al 4,9%.

L’importo medio richiesto, a differenza del trend nazionale, è invece aumentato del 7,6% rispetto al 2014, attestandosi a 3.934 euro. La provincia col minore importo medio è Palermo (3.518 euro), seguita da Catania, Enna e Trapani, dove, al pari del capoluogo, non si superano i 4 mila euro. Gli importi più rilevanti, invece, si hanno a Ragusa (4.700 euro), Messina (4.591 euro) e Caltanissetta (4.273 euro).

Quanto ai prestiti personali, nell’Isola la crescita è stata del 3,6%, con incrementi significativi a Siracusa (+9,5%), Catania (+8,5%) e Ragusa (+7%). Alcune province, però, hanno registrato delle contrazioni: a Enna, in particolare, il calo è stato del 13,1%, mentre a Trapani e ad Agrigento la flessione è pari all’1%.

In termini di importo medio, invece, quello più rilevante si è registrato ad Agrigento, dove i prestiti personali si aggirano intorno ai 12.239 euro. In tutte le altre province l’importo medio supera gli 11 mila euro; fa eccezione solamente Catania, con i suoi 10.635 euro.

Anche nel caso dei mutui, la nostra Isola ha registrato un aumento più contenuto rispetto a quello nazionale, pari a +24,8%. Solo nella provincia di Siracusa si rilevano cifre di gran lunga superiori al dato nazionale: nel territorio aretuseo, infatti, l’aumento della richiesta dei mutui da parte delle famiglie si è attestato, nei primi tre mesi dell’anno, al 54,2%. 
Seguono Catania, Messina e Palermo, con incrementi pari rispettivamente a 36,4%, 30,3% e 20,2%.  La provincia di Enna, invece, è l’unica in cui si è registrato un calo, pari al 5,5%.

Come per il caso dei prestiti finalizzati, inoltre, anche per i mutui si registra, in termini di importo medio richiesto, la tendenza inversa rispetto a quella nazionale. Mentre in Italia l’importo medio è sceso, nella nostra Isola è invece aumentato del 27,5%. Numeri più che doppi si riscontrano a Siracusa, dove l’impennata è del 64,4%, ma anche a Messina il trend è particolarmente positivo (+39,4%).

L’importo medio dei mutui richiesti in Sicilia, inoltre, è pari a 111.074 euro, mentre Palermo è la provincia con l’importo medio più consistente (119.364 euro). A Catania e Messina si va oltre i 117 mila euro, mentre a Ragusa si parla di 105.446 euro e a Siracusa di quasi 102 mila euro. Sotto i 100 mila euro, infine, si attesta l’importo medio delle province di Trapani, Agrigento, Enna e Caltanissetta. Numeri molto significativi, questi, che suggeriscono una maggiore stabilità economica delle famiglie siciliane, e quindi anche un’aumentata capacità di affrontare spese straordinarie, che in tempi di crisi venivano perlopiù rinviate.

 


Osservatorio immobiliare in provincia di Siracusa
del 22 maggio 2015

La provincia di Siracusa si trova nella regione Sicilia ed ha una popolazione di 400.764 abitanti. 
Le città con il maggior numero di immobili in vendita o in affitto sono le seguenti:AugustaAvolaFloridiaLentiniNotoPachinoPalazzolo AcreidePriolo Gargallo,Siracusa
Dal punto di vista immobiliare circa il 9% di tutti gli annunci immobiliari della regione sono pubblicati in provincia. 
Nell'intera provincia sono presenti oltre 8.763 immobili in vendita e 2.666 in affitto, con un indice di circa 28 annunci per mille abitanti. 
Il prezzo medio degli appartamenti in vendita è di circa il 15% inferiore alla quotazione media regionale, pari a 1.450 €/m². 
Per quanto riguarda la vendita, la tipologia più scambiata è costituita da appartamenti con 5.673 annunci complessivi, seguita da case indipendenti (4.071 annunci). La tipologia più scambiata in affitto è costituita invece da appartamenti con 1.818 annunci in totale, seguita da case indipendenti (838 annunci). 
Il maggior numero di annunci immobiliari è pubblicato nel comune di Siracusa (65%), che è anche quello più attivo in termini relativi (57 annunci per mille abitanti). 
La provincia di Siracusa ha un prezzo degli appartamenti di circa 1.200 €/m² (in media in tutta la provincia), quindi circa il 67% in meno rispetto ai prezzi medi nella provincia di Savona e circa il 42% in più rispetto ai prezzi medi nella provincia di Biella, che hanno, rispettivamente, i prezzi più alti e più bassi in tutt'Italia. 
Tra le città nella provincia di Siracusa circa la metà ha un prezzo medio degli appartamenti compreso tra 1.100 €/m² e 1.350 €/m².

Tra le città della provincia, quella con le quotazioni immobiliari più convenienti per gli appartamenti è Floridia (850 €/m²), mentre raggiunge le quotazioni più elevate Portopalo di Capo Passero (1.800 €/m²).

 


In crescita il mercato immobiliare. +3,5% nello scorso anno
del 22 maggio 2015

Tutti segni positivi per le maggiori città italiane, Napoli è in controtendenza. Ma l'Ocse: aumento della povertà.

Un fatturato in crescita di circa cinque miliardi di euro e dati che fanno segnare un +3,5% rispetto all'anno precedente.

 

Sono buoni i risultati del mercato immobiliare, che nel giro di dodici mesi è passato dai 67,5 miliardi di euro a 72,1, secondo quanto scritto nel Rapporto immobiliare residenziale dell'Agenzia dell'Entrate.

La ripresa, piuttosto accentuata, è evidente nelle otto maggiori città italiane. Un risultato particolarmente positivo arriva da Bologna, con le vendite in crescita del 18,5%, seguita a ruota dal 15% di Genova, dal 13,9% di Roma e dal 13,3% di Firenze. Ma fanno bene anche Torino, Milano e Palermo, rispettivamente in positivo del 5,4%, del 5% e del 4%.

Caso a parte quello di Napoli, che fa segnare una tendenza all'inverso e dove le vendite continuano a calare. Qui nel 2014 il dato è in negativo, a -3,7% rispetto al 2013.

Con la ripresa delle vendite, crescono anche i mutui ipotecari. Nel 2014 il numero della abitazioni acquistate così è cresciuto del 12,7%. Si parla di circa 162mila case su un totale di circa 420mila. E a fine anno è diminuto il prezzo medio, in calo del 3,5% sui dodici mesi precedenti, pari a 146.600 euro.

Il dato positivo del mercato immobiliare non deve ingannare, dice però l'Ocse. Durante la crisi "in Italia la povertà è aumentata in modo marcato", soprattutto per i più giovani. E la ricchezza nazionale nel Paese è distribuita in modo diseguale. Il 20% più ricco detiene il 61,6% della ricchezza. L'1% il 14,3% della ricchezza nazionale netta.


Torna a crescere il mercato immobiliare: a Palermo +4%
del 22 maggio 2015

A livello di macroaree la ripresa più accentuata è quella del centro con +6,5%, seguita dal nord-est con il +5% e dal nord-ovest con il +3,4%. Poco mossi invece i mercati del sud +0,8% e delle isole +0,2%

ROMA. Nel 2014 il mercato delle compravendite italiane è aumentato del 3,5% con il fatturato del settore che è cresciuto di circa 5 miliardi di euro  passando dai 67,5 del 2013 a 72,1 del 2014. Sono i dati contenuti nel Rapporto immobiliare residenziale 2015 realizzato dall'Agenzia delle Entrate con Abi. Sono in particolare le otto principali città italiane che registrano una ripresa molto più accentuata.

Il risultato migliore è quello di Bologna dove le vendite crescono del 18,5% seguono Genova + 15%, Roma +13,9% e Firenze +13,3%. Risultati positivi anche a Torino +5,4%, Milano +5% e Palermo +4%. L'unica città dove le vendite continuano a calare, è Napoli, dove nel 2014 si sono registrate il 3,7% di compravendite in meno rispetto al 2013.

A livello di macroaree la ripresa più accentuata è quella del centro con +6,5%, seguita dal nord-est con il +5% e dal nord-ovest con il +3,4%. Poco mossi invece i mercati del sud +0,8% e delle isole +0,2%.


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